IL DOLORE DELLA MADRE DI UN MOSTRO

L’omicidio di Giulia e del figlio che portava in grembo ha scosso gli italiani.

“Sei un mostro, è tua madre che te lo sta dicendo”. Il pianto disperato di una donna che ha scoperto di avere cresciuto, educato, amato un figlio capace di commettere una bestialità inconcepibile, orribile, ripugnante. Quelle lacrime che scorrono ininterrottamente, come un fiume in piena su un volto tumefatto dal dolore, lasciano basiti ed esterrefatti.

Lo stress emotivo, per chi è rimasto incollato al monitor, è devastante. Una tribolazione lancinante, uno strazio lacerante, un supplizio dell’anima. Uno sguardo spento, ormai consumato dai sensi di colpa, che non vuole più rivedere il suo ragazzo, ripudiandolo in diretta nazionale. Non ci sono parole per raccontare la lucidità con cui il mostro ha prima ucciso Giulia insieme al bambino che portava in grembo, poi ha cercato di disfarsi del cadavere e nel contempo ha provato a depistare le indagini.

Nell’ambiente di lavoro lo chiamano “il lurido”: un epiteto che racchiude in sé ogni singolo aspetto del suo carattere. Un lurido egocentrico, manipolatore, narcisista che già aveva un altro figlio con cui, pare, andasse d’accordo. Le donne, compresa l’ex compagna, lo considerano un bugiardo cronico, uno di cui non ci deve fidare assolutamente.

Alessandro, questo il nome del mostro, nel corso dell’interrogatorio non ha mostrato alcun segno di pentimento, non un cenno che tradisse una parvenza di tormento, non un atto che mostrasse rimorso, disperazione, semplice rammarico per il brutale omicidio: niente, freddo come il ghiaccio, legato alle bugie di cui si nutre ed avvelena le vite degli altri.

Pagherà per il male inferto; pagherà sua madre perché dovrà vergognarsi del ragazzo a cui ogni sera preparava la cena; pagherà la sua famiglia perché una macchia così infamante resterà indelebilmente impressa nella memoria di tutti; pagherà il figlio che dovrà rinnegare il proprio sangue; pagherà la famiglia di Giulia distrutta dal cinismo di un essere indecente, indegno, che “fa schifo”. E, a prescindere dai disturbi psichici annidati nella parte più oscura dell’inconscio, un simile sfregio alla vita è troppo, semplicemente troppo!

Giovanni Petilli