Fortemente attratto dalla musica sin da piccolo, Pierdavide Carone, cantautore, è giunto al successo nell’anno 2010, in seguito alla partecipazione alla nona edizione del talent show “Amici di Maria De Filippi”, nel quale si è classificato terzo, vincendo il premio della critica.
In contemporanea alla sua partecipazione, scrive il libro “I sogni fanno rima. Il primo diario di Amici”, bestseller.
Ha scritto il testo e la musica per la canzone “Per tutte le volte che”, interpretata al Festival di Sanremo 2010, da Valerio Scanu, vincitore della manifestazione.
Il suo album di debutto, “Una canzone pop”, anticipato dal singolo “Di notte”, ha riscosso un gran successo, entrando direttamente al primo posto nella classifica ufficiale italiana. Al Wind Music Award 2010, viene premiato per l’album di debutto come multiplatino.
Successivamente, pubblica gli album “Distrattamente” e “Nanì e altri racconti”. Ha duettato con Lucio Dalla, nel 2012, al Festival di Sanremo, con il brano “Nanì”, classificandosi al quinto posto.
L’ultimo album di Pierdavide Carone, intitolato “Casa”- dedicato al padre, scomparso nel 2020- si incentra su temi importanti come la pedofilia, ma anche le restrizioni causate dalla pandemia, gli stati d’animo conseguenti, la salute, che ha causato all’artista stesso alcune problematiche, affrontate con grande coraggio, e l’amore, la speranza.

Nella tua musica, da sempre, vi sono esperienze personali, forti suggestioni emotive: un tocco romanzesco, che affascina e “arriva”. Qual è il segreto della tua autenticità?

Il ‘segreto’ di tutto questo è legato al fatto che l’unico panorama che guardo, quando scrivo, è quello interiore, l’anima, che tento di proiettare fuori di me, per creare un’empatia con chi mi ascolta.

Quali sono i ricordi più belli della tua partecipazione al talent “Amici di Maria De Filippi”?

Ricordo la grande libertà di espressione, che Maria De Filippi ha lasciato a un giovane cantautore, ma soprattutto è stato bellissimo creare rapporti umani autentici.

Nell’anno 2010, al Festival di Sanremo, sei stato vincitore, come autore, del brano “Per tutte le volte che”, interpretato da Valerio Scanu. Quali sono state le emozioni prevalenti?

Emozioni straordinarie, da ‘spettatore diretto’. Il pezzo era mio, ma guardavo Sanremo come avevo sempre fatto: mi trovavo ancora ad Amici di Maria De Filippi, di conseguenza provavo strane sensazioni.

Il tuo singolo di debutto, intitolato “Di notte”, estratto dal primo album “Una canzone pop”, ha avuto un gran successo. L’intensità del brano rispecchia perfettamente la tua interiorità. Quanto è importante esprimere la propria anima attraverso la musica?

È importantissimo, ed è l’unico modo che io conosco di fare musica.

Nel 2012 hai avuto l’onore di duettare con Lucio Dalla con la canzone “Nanì”: cosa hai provato?

È stato qualcosa di talmente intenso, da non poter essere spiegato con le parole. L’idea di aver colpito Lucio Dalla, uno dei più grandi cantautori della storia della musica, e di averlo fatto attraverso il mio essere cantautore, è un grande orgoglio che mi porto dentro.

Il tuo ultimo disco, “Casa”, sta ricevendo, ad oggi, ottimi riscontri. Come è nato questo progetto?

Il mio ultimo album è nato da un trasloco, fisico, da Roma a Milano, e musicale, dagli anni in major,
alla mia prima esperienza indipendente, ed emotiva. La fine, dunque, di una vita, per l’inizio di una nuova. Dentro “casa” vi è l’istantanea di quel momento.

Il tuo percorso vincente è un vero e proprio esempio da seguire. Quale suggerimento vuoi dare ai giovani affinché credano, con forza, nei loro sogni?

Suggerisco ai giovani di imparare tutte le regole del “gioco”, così da non rispettarle mai.

di Carmen Piccirillo