Si è tenuta a Metaponto, sul lungomare Nettuno, nello scorso 29 agosto, l’inaugurazione del primo lido inclusivo lucano, denominato “Il sogno del Capitano”.
La lodevole iniziativa, del comune di Bernalda, rientra nel progetto “Open- Basilicata- Il turismo per tutti”, finanziato dall’ente Regione per oltre un milione di euro.
L’assessore alla Salute e Politiche della Persona Francesco Fanelli, ha espresso tutta la sua soddisfazione per la concretizzazione del progetto: “E’ stato un giorno di festa per tutta la Basilicata, un evento spartiacque che ha segnato l’inizio di una nuova avventura, e la partenza verso nuovi obiettivi. Il sogno del Capitano è diventato finalmente realtà, e non possiamo che essere orgogliosi del raggiungimento di questo traguardo, di non facile completamento, ma nel quale abbiamo creduto sin da subito. Il lido inclusivo- ha aggiunto Fanelli– rappresenta la possibilità concreta, reale, per tutti, indistintamente e indipendentemente dalle proprie condizioni di salute, di godere del nostro bellissimo mare. Ringrazio, pertanto, l’amministrazione comunale di Bernalda per l’impegno profuso, la sinergia, il lavoro di squadra intrapreso con i volontari e gli enti del terzo settore per la realizzazione del progetto. Finalmente anche la nostra regione ha il suo lido inclusivo, accogliente e accessibile. Un servizio dal grande senso civico, che ci inserisce nel virtuoso panorama nazionale, al pari di realtà molto più grandi, per l’offerta di servizi all’avanguardia rivolti all’utente universalmente inteso. Ed è proprio questa la direzione all’interno della quale dobbiamo, con forza, continuare ad agire. È importante intensificare i servizi accessibili e in generale, configurando modelli organizzativi in grado di azzerare completamente ogni sorta di barriera, architettonica, culturale e sociale.
La diversità– ha sottolineato l’assessore- è ricchezza, l’inclusione è un valore aggiunto per le comunità. Oggi non parliamo di auspici, ma di una ferma volontà, e della coscienza diffusa di impegnarsi seriamente in questa sfida, in primis culturale. La disabilità non sta dentro la persona, ma fuori, quando ci si trova in un ambiente non inclusivo, e, le difficoltà, di conseguenza, sfociano in esclusione. È nostro compito- ha concluso– eliminare i vari ostacoli, dare centralità agli individui, assicurare parità di diritti, di opportunità, valorizzare competenze, talenti, promuovere l’autosufficienza, e sentirsi parte integrante di una comunità, che accoglie, valorizza nella totalità tutti, in tutti i contesti”.