di Carmen Piccirillo
Continua il tour di presentazione del libro di genere storico di Antonio Cecere e Antonio D’Andria, intitolato “Quelli che credettero- Memoria e mito del 1860 lucano tra Ottocento e Novecento”, edito da Porfidio Editore, che sta riscuotendo un notevole successo.

Locandina dell’evento
Antonio D’Andria insegna materie letterarie e storia al liceo delle Scienze Umane “Rosa Gianturco”, a Potenza; si è occupato, per anni, di storia della comunicazione politica, partecipando a svariati progetti internazionali, in collaborazione con gli atenei di Teramo, Napoli, e Milano.
Antonio Cecere, giornalista, laureato in Storia e Filosofia, Scienze Storiche e Filologia Moderna, ha collaborato a numerosi progetti nazionali e internazionali (Rai, France 3), tra cui quelli con l’Università di Caserta e Napoli, incentrati sulla storia militare e locale; attualmente si occupa di Storia Culturale.
“La collaborazione tra me e Antonio D’Andria– dichiara Antonio Cecere- nasce negli anni dell’università: lui insegnava Storia Moderna, tra Potenza e Matera, io non ero un suo studente, quindi sin dal principio l’ho percepito come un amico. Il nostro è sempre stato un confronto molto interessante, abbiamo condiviso con gioia molte passioni in comune, ci siamo concentrati su tantissimi progetti. Il libro ‘Quelli che credettero- Memoria e mito del 1860 lucano tra Ottocento e Novecento’, è il nostro primo lavoro ufficiale. Voglio evidenziare che, da sempre, gestiamo un blog, denominato ‘Di storia, di storie’; abbiamo scritto vari articoli sulla pagina storica- da me curata- della testata giornalistica La Nuova del Sud, e tant’altro”.

Da sinistra: Antonio D’Andria e Antonio Cecere
Il libro di Cecere e D’Andria rievoca tutte le fasi storiche che portarono alla caratterizzazione politica della classe dirigente in Basilicata, tra l’Ottocento e il Novecento: “Per noi è stato motivo di grande orgoglio pubblicare questo libro- sottolinea Cecere– la storia liberale è sempre stata poco trattata, soprattutto la storia prima dell’Unità d’Italia. Il libro affonda le proprie origini nel 1799, nel 1820/21, e analizza anche gli anni trenta e gli anni cinquanta, in maniera divulgativa e sintetica. Tutto questo apre un varco su una tematica su cui non ci si è mai focalizzati con attenzione. I temi della memoria e dell’identità lucana sono sempre più attuali, e pochissimi sono stati i contributi di rilievo, dedicati al modo in cui questa coscienza si costruì nelle piccole patrie locali. Il nostro libro si è focalizzato, in base ai fruttuosi risultati della più recente storiografia sull’argomento, sull’attenta analisi e sulla rilettura della memorialistica riguardante la rivoluzione del Sessanta, concentrandoci sulle narrazioni dei contemporanei e di coloro che direttamente, da protagonisti o da esponenti delle seconde file, ne resero possibile l’attuazione”.
La nuova tappa di presentazione di questo interessante volume, è prevista per il 2 settembre, dalle ore 17.30, a Melfi, presso il Vestibolo del Palazzo vescovile: si confronteranno tra loro Igor Uboldi, della RAI, e i due autori. Il tutto patrocinato dal comune di Melfi, e con la fattiva collaborazione dell’associazione Francesco Saverio Nitti.
Un evento, dunque, davvero importante, che, senza dubbio, creerà nel pubblico interesse e costruttivi spunti di riflessione, su una tematica di grande rilievo culturale e sempre più attuale.