di Carmen Piccirillo
Divenuto noto nel 2004, in seguito alla partecipazione alla quarta edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi- dove si è classificato primo, vincendo anche il premio della critica- Antonino Spadaccino è un cantautore che si contraddistingue per la sua intensità emotiva, e la sua rara tendenza a raccontare storie, attraverso la musica, che toccano l’anima.
Amore, solitudine, ricerca di felicità: questi tra i temi universali che affronta nei suoi brani, con un’autenticità che colpisce, che regala al pubblico momenti di vera e propria gioia, e di intima riflessione.
L’artista ha vinto il Premio Lucio Battisti, e si è classificato primo al Festival Internazionale della Musica. Il suo debutto discografico è avvenuto nell’anno 2005, con il singolo “Ce la farò”.
Sotto la guida di Mario Lavezzi, pubblica nel 2006 il suo primo album intitolato “Antonino”, seguito, due anni dopo, dal secondo disco “Nero indelebile”. Dopo aver vinto- tra il 2009 e il 2010- i concorsi musicali internazionali di Cerbul de Aur, in Romania, e di Cesme, in Turchia, il cantante torna alla corte di Maria De Filippi, aggiudicandosi il primo premio al concorso “Io ci sono”, che lo indurrà a pubblicare il terzo disco “Libera quest’anima”. Nell’anno 2016, è uscito il suo album “Nottetempo”.
Tanti i suoi successi riscossi negli anni, tra cui la vincita, nel 2022, alla dodicesima edizione di “Tale e quale show”, condotto da Carlo Conti su Rai 1.

Antonino Spadaccino, cantautore
La tua musica trasmette molti valori, un’emotività molto forte: la tua capacità di far “arrivare” al pubblico ciò che realmente sei, è sotto gli occhi di tutti. Qual è il “segreto”?
Se conoscessi il mio segreto, varrebbe sicuramente un milione di euro: quando faccio musica provo benessere, avverto sensazioni positive. Attraverso la musica, io mi imbatto nell’autoanalisi, esprimo tutto ciò che ho nel profondo dell’anima, e lo faccio scorrevolmente, è un meccanismo catartico. Riesco a fare questo sin da quando avevo quindici anni, e, ad oggi, non è cambiato nulla. È bellissimo.
Quali sono i ricordi più coinvolgenti della tua esperienza al talent show “Amici”, e qual è la prerogativa più bella di Maria De Filippi?
Ricordo con molta emozione la mia ammissione nella classe, così come tutte le prove. La classe del 2004/2005 era correlata ad un progetto in cui ci si doveva confrontare su tante discipline, differenti dal canto. Un ragazzo come me, arrivato dalla Puglia, attraverso un trenino notturno, che si ritrovava in quel contesto, ad avere a disposizione insegnanti di ballo, di canto, di recitazione, e assistenti- tutto ciò che una persona che vuol crescere nell’arte sogna di avere- mi dava la sensazione di “sognare ad occhi aperti”. Mi sono immerso totalmente in quell’esperienza meravigliosa. L’insegnamento più profondo che ho ricevuto da Maria De Filippi è l’umiltà, la determinazione: “Testa bassa e lavora sodo”.
Il tuo primo singolo, “Ce la farò”, è un’esortazione a seguire con determinazione i propri sogni. A distanza di anni, ce l’hai fatta: sei un artista ormai affermato. Quali emozioni provoca in te questa consapevolezza?
Emozioni forti, indescrivibili con le parole.
Da “Ce la farò” è nato tutto il mio percorso, il testo di questo pezzo è firmato da Maria De Filippi, ed è stato per me un ottimo inizio. Si trattava di un Antonino molto giovane, piccolo, avevo ventuno anni. Un brano leggero, un “manifesto” per tanti ragazzi. Ascoltare oggi questo mio singolo mi intenerisce: vedo la mia indole sognante.
Cosa ti ha trasmesso l’esperienza della vincita a Tale e Quale Show?
Tale e Quale Show è stato un “corridoio luminoso”, un’esperienza teatrale, un qualcosa che va oltre il canto. Sono stato chiamato a “entrare nella pelle” di leggende della musica italiana e internazionale: un lavoro teatrale e attoriale oculato, davvero straordinario. La preparazione dei singoli personaggi è stata accompagnata da un lavoro grandioso, e sono felice di aver realizzato il tutto in maniera gloriosa.
Il tuo ultimo singolo, intitolato “All in”, è un inno alla vita, all’amore, ma soprattutto alla libertà. Qual è il tuo concetto di libertà e quali sono stati i riscontri da parte dei tuoi fans?
Sono tornato nel mercato italiano promettendo tre versioni di me. Con il brano “Comunque sia”, pubblicato nello scorso gennaio, scritto da Giovanni Caccamo, racconto la mia idea di amore; il singolo “Roma d’estate”, si focalizza sul coraggio di dire di no, una cosa per me molto importante; “All in”, molto apprezzato dai miei fans, racconta la libertà totale: prendere la propria vita in mano, e farne un capolavoro.
Recentemente hai rivelato di essere molto vicino a tua mamma, che lotta contro l’Alzheimer. Colpisce molto la tua capacità di guardare oltre le inevitabili difficoltà della vita. In che modo è possibile proiettare, soprattutto nei giovani, la possibilità di “trascendere”?
Non è semplice: fino a qualche tempo fa credevo che i social network, il mondo digitale, potessero essere un modo per trasmettere alla massa questi importanti messaggi, ma, ultimamente, mi sto rendendo conto che bisogna urgentemente tornare allo stare insieme, al dialogo reale, allo scambio di “energia” in una stessa stanza. Solamente in questo modo il confronto delle esperienze di vita diventa intenso, a tal punto da provocare la consapevolezza che è possibile affrontare tutto, e che la negatività si può trasformare in qualcosa di costruttivo.
Progetti per il futuro?
Sto producendo nuovi brani, è un periodo davvero prolifero: scrivo di notte, sono molto felice. Ci sarà sicuramente un nuovo album, ma non voglio svelare altro.