Dimenticare Manzoni” è la denominazione di un interessante evento, organizzato dall’associazione di promozione sociale Archeoclub del Vulture “Giuseppe Catenacci”, e dall’amministrazione comunale di Rionero in Vulture, con la collaborazione della scuola di musica “G. Orsomando” e dell’associazione Vulcanica.

Si tratterà di un convegno che, in occasione dei centocinquanta anni dalla morte dello scrittore Alessandro Manzoni, vuole esortare a una riflessione profonda. “Tutti aspettavamo questo evento- dichiara Antonio Cecere, presidente dell’Archeoclub del Vulture– che abbiamo commissionato a Trifone Gargano, nostro ospite per ‘Dante Proibito’, che, oltre a essere un amico, è tra i massimi esperti in divulgazione letteraria a livello nazionale”.

Locandina dell'evento

Locandina dell’evento

Trifone Gargano è professore presso l’Università degli Studi di Bari, con l’insegnamento “Lo sport nella letteratura”, e insegna Linguistica Italiana presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Mediazione Linguistica a Foggia. Docente a contratto di Letteratura italiana presso la Pontificia Università Urbaniana (Roma), è autore di numerose pubblicazioni, e collabora con la Enciclopedia Treccani, con il quotidiano “L’attacco” di Foggia, e con svariati blog letterari. Realizza lezioni-spettacolo sui classici della letteratura italiana, ed è commentatore televisivo e radiofonico.

Durante la lectio magistralis su Manzoni, che si terrà lunedì, 31 luglio, alle ore 21, presso l’Ex Carcere Borbonico a Rionero in Vulture, sarà posta una domanda iniziale allo spettacolo: “Quella di Manzoni fu vera gloria?”. Gli anniversari servono anche per fare il punto sulla presenza attiva di un Classico nel nostro tempo, sulla sua effettiva eredità, sul senso della sua rilettura. Le celebrazioni per i centocinquanta anni dalla morte di Alessandro Manzoni (1873), e quelle relative ai duecento anni dall’ultimazione della stesura del Fermo e Lucia (1823), possono essere un’occasione preziosa per un ripensamento complessivo sul romanzo, sulle sue scelte linguistiche, sulla sua natura ideologica, sul suo valore letterario, e, soprattutto, sul suo perdurare come lettura obbligatoria nei percorsi scolastici. Generalmente, un lettore entra nella storia, si identifica con uno o con più personaggi, partecipa emotivamente alle vicende narrate, attiva dentro di sé un processo di crescita e di maturazione psicologica e affettiva. Nel caso dei Promessi sposi, superate le iniziali difficoltà linguistico-espressive, può un lettore di oggi identificarsi con Lucia, o con Renzo, anaffettivi e rinunciatari su tutto? Egli, cioè, leggendo quel romanzo, può attivare un processo di crescita e di educazione di sentimenti, di gestione delle emozioni?

Purtroppo no– afferma Trifone Gargano- occorre prenderne atto, con serenità, senza indugi. Il romanzo di Manzoni va consegnato alla storia, va rimesso nello scaffale, in quanto opera totalmente estranea alla sensibilità e ai bisogni educativi odierni. Esso, infatti, ha ben poco da dire a un giovane lettore di oggi. Altro che gloria nazionale- aggiunge- e padre della patria e della lingua italiana, Manzoni fu maestro di qualunquismo e opportunismo, da non leggere, e da non proporre più nelle scuole, per contrastare, finalmente, la diffusione di quella cultura del disimpegno civico e del calcolo di convenienza di cui fu campione. Cittadinanza attiva, attraverso la letteratura, e partecipazione democratica richiedono, oggi, ben altri Maestri”.

Un appuntamento, dunque, da non perdere.