Secondo le previsioni del Centro Studi di Confindustria, l’economia della Basilicata nel 2023 registrerà una crescita lenta, inferiore alla media nazionale. Il Pil regionale aumenterà dell’1,9%, contro il 2,4% dell’Italia, a causa della debolezza della domanda interna e della scarsa competitività del tessuto produttivo. Il settore industriale, in particolare, soffrirà della crisi del comparto petrolifero e della ridotta capacità di innovazione. Il mercato del lavoro rimarrà stagnante, con un tasso di disoccupazione del 18,2%, il più alto tra le regioni italiane. Per migliorare la sua situazione economica e sociale, la Basilicata dovrà affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale, puntando su investimenti pubblici e privati, sulla formazione e sullo sviluppo delle infrastrutture.

Per approfondire le dinamiche dei principali settori produttivi e dei mercati locali, si riportano di seguito alcune statistiche rilevanti:

– Nell’industria il fatturato delle imprese è aumentato del 7,3% nel 2021 rispetto al 2020, mentre la produzione industriale è cresciuta del 5,6% nello stesso periodo. Il valore della produzione dell’estrattivo è salito del 28,8% nel 2021, grazie al rialzo dei prezzi degli idrocarburi. Le royalties conferite alla Regione e ai Comuni lucani coinvolti nelle estrazioni sono passate da 86 milioni di euro nel 2020 a 112 milioni nel 2021.

– Nel settore delle costruzioni il valore aggiunto è cresciuto del 9,4% nel 2021 rispetto al 2020. Gli investimenti in edilizia residenziale sono aumentati del 12,7%, mentre quelli in edilizia non residenziale sono diminuiti del 2,3%. Le domande di permesso di costruire sono state pari a 3.046 unità nel 2021, in aumento del 18% rispetto al 2020.

– Nei servizi il valore aggiunto è cresciuto del 4,8% nel 2021 rispetto al 2020. Il commercio al dettaglio ha registrato un incremento delle vendite del 6,9%, mentre il commercio all’ingrosso ha segnato un calo dell’1,4%. Il turismo ha mostrato una ripresa parziale dopo il crollo del 2020: le presenze nelle strutture ricettive sono state pari a 1.026.000 nel 2021, in aumento del 36% rispetto al 2020 ma ancora inferiori del 28% rispetto al 2019.

– Nell’agricoltura il valore aggiunto è diminuito dello 0,8% nel 2021 rispetto al 2020. La produzione agricola è calata dell’1,6%, con una flessione sia delle colture erbacee (-2%) che di quelle arboree (-0,9%). I prezzi alla produzione sono aumentati del 5%, mentre i costi di produzione sono saliti del 12%.