Prima partigiana, poi sindacalista e parlamentare, Tina Anselmi è stata la prima donna ministro in Italia, nominata nel 1977 nel terzo governo Andreotti. La scrittrice Chiarastella Campanelli le ha dedicato un pregevole volume intitolato “La ragazza della Repubblica”: si tratta del racconto di una vita straordinaria, di una donna eccezionale, che seppe imporsi in un mondo maschilista e governato da uomini. Fanno da sfondo decenni di storia della Repubblica Italiana, le conquiste sociali in tema di lavoro e sanità, ma anche fatti tutt’ora controversi, come il rapimento dello statista Aldo Moro, e il tentativo eversivo della P2.

Il libro di Chiarastella Campanelli sarà presentato a Potenza, il 22 giugno, presso la Biblioteca Nazionale, dalle ore 16.30.

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Locandina dell’evento

Introdurrà l’evento Luigi Catalani, Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza, e, successivamente interverranno: Mario Guarente, Sindaco di Potenza; Dina Sileo, Consigliera  Regionale e Presidente Commissione Cultura della Regione Basilicata; Lucia Sileo, Componente CDA Fondazione “Nilde Lotti”; Brigida Desimio, Presidente CIF Potenza; Maria Anna Fanelli, Presidente Potenza e Consigliera Nazionale Ande; Maria Rosaria D’Anzi, Vice Presidente ANPI provinciale Potenza. Dialogheranno con l’autrice l’Onorevole Giuseppe Molinari, esponente di spicco della Dc lucana, la Consigliera regionale di parità Ivana Pipponzi, e la giornalista Beatrice Volpe.

A Tina Anselmi– dichiara la Consigliera Pipponzi- dobbiamo traguardi sociali, che a noi sembrano scontati, ma che all’epoca non lo erano affatto. Portò avanti molte battaglie per la parità e per la difesa dei diritti fondamentali. Come ministro del Lavoro, nel 1977, in piena ondata femminista, firmò la legge sulle pari opportunità aprendo le porte alla parità salariale, e all’uguale trattamento tra uomo e donna sul posto di lavoro. L’anno dopo, nominata ministro della Sanità, sostenne la legge che istituisce il Sistema sanitario Nazionale, garantendo il diritto alla salute a tutti i cittadini italiani, e la delibera sulla legge Basaglia per la chiusura dei manicomi e la tutela della salute mentale. Da cattolica, era iscritta alla Democrazia Cristiana, firmò la legge 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza, convinta che il principio della laicità dello Stato superasse le personali convinzioni etiche e religiose. È, dunque, non solo giusto, ma anche doveroso ricordare Tina Anselmi, una grande donna ed esempio ancora attuale per i valori che hanno improntato la sua vita”.