A Roma Grillo lancia le brigate di cittadinanza ed esplode la polemica
Povero Giuseppe Conte: l’Elevato, ieri a Roma, gli ha rubato la scena con la boutade sulle brigate di cittadinanza che, alla chetichella e con i passamontagna, dovrebbero ripulire strade, imbiancare panchine e prestarsi a qualsiasi tipo di servizio utile per la vivibilità delle nostre città. Povero Giuseppe Conte, costretto a sorbirsi le parole infuocate contro la sua linea politica poco attrattiva, soporifera, sorda quando si tratta di ascoltare i progetti della base. Povero Giuseppe Conte, distante dal leader carismatico che vedrebbe nell’Appendino il futuro del Movimento.
E mentre le polemiche infuriano sul riferimento alle Brigate Rosse e agli anni di piombo, la sinistra si continua ad autoflagellare. Perché il nodo politico non lo ritroviamo nelle parole di un ex comico in crisi di consensi che, per conquistare le prime pagine dei giornali, le spara grosse. Il vero dilemma sta davanti agli occhi di tutti: la Schlein che va in punta di piedi in una piazza potenzialmente amica. La lotta al precariato dovrebbe essere una battaglia identitaria della sinistra, ma all’interno del Partito Democratico si polemizza sulle provocazioni di un Grillo sempre più livoroso e sprezzante e sulle invettive di Ovadia contro gli Stati Uniti, veri colpevoli, a suo dire, della catastrofe Ucraina.
E mentre leggiamo comunicati fotocopia della maggioranza e del Terzo Polo, nel PD partono i distinguo e si limano i coltelli per una direzione che si preannuncia burrascosa. Ormai non è più questione di correnti, ma di filosofia di pensiero. I riformisti si sentono oppressi, non compresi, bistrattati. La sinistra del Partito Democratico cerca ostinatamente il campo largo su tematiche comuni, ma quando si tratta di andare uniti contro l’avversario, ognuno fa un po’ come gli pare.
E vince la destra: ha un’idea sulla guerra in Ucraina e chi non è d’accordo si morde la lingua; ha un’idea sulla riforma della giustizia battezzata sotto la sorgente del berlusconismo, ha un’idea sui diritti civili, dai cattolici alla destra sociale passando per i liberali e i conservatori un solo pensiero e una sola interpretazione. E allora la maggioranza, per compiacere il proprio elettorato, rumoreggia sull’ultimo show del comico. A sinistra col comico devono fare ancora i conti. E l’astensionismo aumenta in uno smarrimento ideologico preoccupante e a tratti surreale.
Giovanni Petilli