Il Manchester City alza la coppa al cielo e vince la Champions League
A Istanbul l’Inter non riesce a segnare quel goal che avrebbe permesso alla squadra di Inzaghi di pareggiare i conti e rimettere il match in corsa.
Ci hanno provato i nerazzurri, ma la poca convinzione del gigante Lukaku ha sancito una sconfitta tutto sommato immeritata. Il Manchester City ha fatto poco o niente, è apparsa battibile, sottotono e l’altro gigante norvegese – Haaland – ha avuto solo una occasione per andare a rete. L’Inter ha giocato in modo ordinato, lasciando pochi spazi alla manovra degli inglesi e ci ha creduto fino alla fine, oltre il novantesimo, attaccando con ostinazione, gettando il cuore oltre l’ostacolo, senza sosta, con tutta l’energia che aveva in corpo.
Nulla da recriminare per gli uomini di Inzaghi, se non le due clamorose occasioni gettate alle ortiche che rimarranno indelebili negli occhi dei tifosi delusi per il risultato, ma certamente non per il gioco. Il successo in Champions, con i pronostici sfavorevoli della vigilia, sarebbe stato il coronamento di una stagione foriera di grandi soddisfazioni con una Coppa Italia e una Supercoppa conquistate.
Ma le finali sono così: le circostanze fanno la differenza. E questa sera, sotto il cielo di quella che era la grande Costantinopoli, un allenatore come Guardiola si gode la gloria insieme ai suoi ragazzi, autentici fuoriclasse arginati dal grande coraggio di Di Marco, Acerbi, Brosovic, Barella. Rodri -al 68’- ha trovato l’angolino giusto con un tiro chirurgico, una palla avvelenata sulla quale Onana, portiere dai piedi discreti, non ha potuto fare il miracolo. Miracolo che Ederson ha compiuto nei minuti finali dopo un primo tempo incerto.
L’Inter è stata poco cinica in fase offensiva e lo stesso Lautaro Martinez, quando poteva, non ha servito un assist risolutorio per Lukaku, dopo una clamorosa disattenzione della retroguardia inglese. Finisce 1-0 per il Manchester City e cala il sipario sul match più ambito: le italiane hanno perso tutte le competizioni europee in finale, ma non hanno sfigurato. Un amaro calice da buttare giù, una consolazione inaccettabile per chi nel calcio cerca di trovare un un momento di felicità.
Giovanni Petilli