Aiutare le persone che vivono un disagio, e, in particolare quelle affette da tossicodipendenza, non è un intervento facile, ma allo stesso tempo non è un traguardo impossibile. E’ fondamentale rivolgersi a professionisti del settore, centri specializzati, volontari, pronti ad accogliere e accompagnare le persone in difficoltà in un percorso di riabilitazione. E’ importante informarsi sulle tossicodipendenze; creare con il tossicodipendente un rapporto di sostegno, senza abbandonarlo, senza giudicarlo, comprendendo la sua situazione di difficoltà esistenziale; riconoscere il problema attraverso l’empatia.

Mirella Ulli, milanese, si è sempre contraddistinta per la sua ottima disposizione verso il prossimo, per il suo valore della sensibilità, dell’ascolto, prerogative che ha voluto proiettare agli altri nel miglior modo possibile: ha frequentato, in Svizzera, a Basilea, i corsi della “Sat Nam Rasayan Foundation”, e i corsi di teacher training, dal primo al secondo livello, nell’ambito dell’insegnamento dello yoga e della Meditazione Kundalini, conseguendo svariate specializzazioni nell’ambito. Collabora con molte comunità che hanno come obiettivo quello di supportare, ad ampio spettro, chi soffre, e porta, da sempre, la sua lodevole esperienza, mirata all’integrazione e al benessere psicofisico dei tossicodipendenti, dei migranti, delle madri detenute e i loro bambini.

Mirella Ulli

Mirella Ulli

Qual è stata la motivazione che l’ha indotta a voler supportare le persone in difficoltà?

Nella mia vita ho avuto, come tutti gli esseri umani, momenti di grande scoramento, di difficoltà esistenziale. Ho conosciuto per la prima volta lo yoga molti anni fa, tramite il mio incontro con uno sciamano in Messico. Ho avuto modo, attraverso i suoi insegnamenti, di capire che era per me la strada giusta: sono riuscita ad affrontare, nel miglior modo possibile, le mie paure, i miei “nodi”, le mie crisi. Quando ho intrapreso il percorso che mi ha indotta, poi, a diventare un’insegnante, mi sono sentita molto entusiasta davanti alla possibilità di “trasmettere” agli altri tutto ciò che di bello io ho ricevuto, a livello interiore, relativamente alle pratiche che ho studiato.

Qual è l’emozione prevalente, che prova quando si accorge di aver alleviato una sofferenza?

Quando vedo nei miei allievi un sorriso che si riaccende dopo anni di oscurità, di buio, così come le lacrime di gioia, avverto una grande commozione, un riempimento emozionale. L’emozione non è descrivibile con le parole, è qualcosa di straordinario.

Con quali strutture ha collaborato?

Prevalentemente ho lavorato nelle comunità terapeutiche “Saman”, che si occupano del recupero per tossicodipendenti: una responsabilità molto grande, ma molto soddisfacente. In quel contesto bisognava creare una “sinergia” che potesse essere proficua per tutti.

Focalizzandosi su tutti gli anni di esperienza di supporto al prossimo, quali sono, tra i tanti, i ricordi più belli?

Uno dei ricordi più belli è stato quello di aver potuto assistere alla totale guarigione di una paziente, nel centro di recupero per tossicodipendenti. Era una ballerina della Scala di Milano. Inizialmente non riusciva a stare seduta per soli cinque minuti, e aveva, inoltre, molta difficoltà nel dialogo. Dopo due anni di percorso terapeutico, ha ripreso a ballare. Ad oggi, siamo in contatto, ci sentiamo: tutto questo, per me, è bellissimo.

Secondo lei, qual è il segreto del benessere psicofisico?

Il segreto del benessere psicofisico, secondo me, è dare vita alle proprie funzioni vitali: il movimento, qualunque esso sia (camminata, corsa, nuoto); l’ascolto della propria interiorità, fino al raggiungimento di una “mente neutra”.

E’ molto importante essere consapevoli delle proprie energie interiori.

Quale messaggio vuole lanciare a chi, a causa del dolore che prova, sente di aver perso la speranza?

Dico loro, per esperienza personale, che tutto può cambiare, tutto può apparire e sparire. E’ possibile raggiungere il benessere, cercando, all’interno di sé stessi, i propri tesori, le proprie risorse. Il “seme della felicità” esiste, e non dipende, come molti dicono, dalle circostanze, dalle persone con cui condividiamo la vita. La meditazione aiuta molto in questo percorso di consapevolezza e guarigione.