Imbarazzante, semplicemente imbarazzante. Non c’è altro da aggiungere, da evidenziare, da rimarcare. Il Partito Democratico ha perso la bussola, non ha più l’orecchio a terra, parla di massimi sistemi dell’universo, non riesce a costruire una classe dirigente degna di essere chiamata tale. La segretaria, il cui nome è difficile anche da memorizzare, pare sia solo un fenomeno social lontano dalla realtà, tutta buone intenzioni e senza idee.

Giorgia ha una linea politica

Quando si prende in giro Giorgia Meloni, ritmandola per la gioia dei burloni di Tik Tok, le si fa un immenso piacere: “Sono una donna, sono una madre, sono cristiana”. La Presidente del Consiglio in una semplice frase, anzi in un tweet, enuncia una linea politica. E la linea è chiara: una mamma che si prende cura dei propri figli, una donna che si impegna per la sua comunità, una cristiana che tutela e protegge i valori della cristianità. Una versione 2.0 del motto “Dio, Patria, Famiglia”: identitario, coinvolgente, da urlare con orgoglio nelle manifestazioni e sotto palchi infuocati. La Meloni è una neoliberista, filoccidentale, conservatrice. La ascolti, comprendi quello che dice: la apprezzi o la disprezzi, la ami o la odi, ti innamori o provi repulsione, ma trasmette emozioni, è un fiume in piena di emotività, sentimento, energia.

A Elly non l’hanno vista arrivare gli elettori                                                                               

Il Partito Democratico è il nulla mischiato col niente, non ha colore, non ha sapore, non diffonde alcun odore, non si vede e quando lo si ascolta risulta incomprensibile. Gli esponenti del Partito Democratico regionale potrebbero assecondare qualsiasi velleità dei loro iscritti sui territori. E troviamo in giro piccoli cacicchi del PD che sostengono sindaci di Fratelli d’Italia senza batter ciglio, come se fosse normale, con una naturalezza sconvolgente e disarmante per chi ha respirato l’aria di una sezione del PDS, neanche del PCI. E i segretari regionali tacciono, colpevolmente tacciono, inspiegabilmente tacciono. La segretaria Schlein conosce il territorio? Detta una linea politica univoca? Avrà il coraggio di intervenire sui caudilli del consenso che fanno accordi anche col diavolo per quattro preferenze personali?

E intanto l’ennesima analisi del voto

E mentre c’è chi pensa ad una Direzione Nazionale in cui ci si parla addosso e non si risponde ad alcuna delle domande poste, la destra vince, domina, maramaldeggia sulle spoglie di una sinistra che una volta era lotta di classe, mentre oggi difende sé stessa autoassolvendosi e trovando sempre un capro espiatorio da sacrificare sull’altare dell’analisi del voto.

Se solo la sinistra studiasse Darwin

Cara Schlein, se Marx non ti appartiene, leggi Darwin almeno: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.

Il cambiamento, cara Schlein, tanto evocato ma nei fatti mai perseguito.

E intanto in TV scorrono le stesse immagini, filosofeggiano gli stessi volti, rumoreggiano le stesse correnti.

Giovanni Petilli