Davide Rinaldi, originario di Napoli, è un regista televisivo, documentarista, e cantautore. Ha fondato la band di rock e blues denominata “Martingala”, con cui ha inciso un album nel 2016 (“Realismo Magico Mediterraneo”) e un EP intitolato “Anima Incolta” (2020) come cantante e chitarrista.

Negli ultimi tempi, ha lavorato al nuovo progetto solista “Borromini”, per il quale ha inciso tre canzoni visive, e due brani come colonna sonora per il programma “Il fattore umano” (RAI 3).

Davide Rinaldi

Le canzoni dell’artista Davide Rinaldi (Borromini) sono concepite non solo come un insieme di musica e testi, ma vengono completate dalle immagini, al contrario di ciò che accade con la colonna sonora dei film, quando la musica accompagna le immagini. Si tratta di un gioco di parole: canzoni visive, perché le immagini sono parte integrante della composizione, in questo caso la regia visiva è opera di Borromini stesso.

Dopo la ballad leggera “La fiaccola”, e la visionaria “Dialogo tra me a otto e trent’anni”, esce il brano “Il mare di vivere”: un inno alla speranza, una preghiera verso sé stessi, un invito ad affrontare il viaggio, nonostante qualcuno “sposti più in là l’orizzonte”, nonostante sia “difficile stare contenti perché dentro di te c’è un esercito senza le armi che marcia incostante”.

Lei ha una personalità poliedrica: qual è il suo segreto per occuparsi lodevolmente di più campi?

Amo spaziare tra varie discipline: croce e delizia. Da un certo punto di vista, il mio essere curioso mi ha indotto a sperimentare molti ambiti. Nel contempo, però, questo aspetto non aiuta a essere “primi” in qualcosa. In una società che richiede costantemente il massimo, non essere il più bravo pianista o il più bravo cantante, così come il più bravo fotografo, può risultare riduttivo. Io definisco la vita come un “viaggio” personale, non avverto il bisogno di dover seguire le orme di altre persone: amo l’autenticità. Dopo tanti anni, posso dire di aver fatto “pace” con la mia indole curiosa: continuo ad acquistare strumenti nuovi, ad affrontare nuovi progetti, in questo modo sono felice, e sto bene nel mondo. Durante la pandemia, ho acquistato il salterio ad arco, che è uno strumento medievale, e l’ho usato sia per la realizzazione di colonne sonore, che per il mio secondo brano “Dialogo tra me a otto e trent’anni”. Ritengo che tutto ciò che gli esseri umani fanno con passione, con il cuore, serva: la mia personalità poliedrica ha un senso profondo, soprattutto relativamente al progetto musicale “Borromini”.

Come e quando nasce il progetto musicale “Borromini”?

Nasce un paio di anni fa: dopo tanti anni in cui ho affrontato svariati generi musicali (ho suonato con un gruppo di musica elettronica denominato “Red Room”, con il gruppo di rock e blues “Martingala”), sentivo il bisogno di trovare un nuovo classicismo. Borromini è un progetto intimo, armonico, neoclassico, e “lunare”. La denominazione “Borromini” si riferisce alla storia di Bernini e Borromini. La personalità di Bernini era una personalità solare, una personalità riuscita. Borromini riuscì a realizzare lavori notevoli a Roma, fu un grande artista, ma è conosciuto per aver sofferto la competitività con Bernini: la sua vita ebbe un epilogo drammatico, si suicidò. La mia personalità l’ho sempre immaginata come doppia: solare, documentarista e regista televisivo, ma anche “lunare”, ovvero la mia personalità meno riuscita, che è quella musicale. Io non vivo di musica, nel senso che non è il mio lavoro, ma è una grande passione, che è la mia “seconda vita”. Borromini, dunque, è la mia denominazione classica, che rimanda a un’arte barocca, antica, e, al contempo, è qualcosa di “lunare”, di meno visivo, di meno evidente.

Quali progetti ha messo in campo negli ultimi tempi come regista televisivo e documentarista?

I miei recenti progetti, in questo ambito, sono stati il programma “Generazione bellezza”, per il quale ho curato la regia e le riprese: è andato in onda poche settimane fa, attualmente è disponibile su Rai Play. Si tratta di venti puntate, nelle quali il conduttore e autore Emilio Casalini va in giro per l’Italia: il racconto dell’Italia che si prende cura delle proprie bellezze e che le riscatta dal degrado, dai musei ai siti archeologici. Si tratta di un tragitto a contatto con esperti e volontari, in aree di rara bellezza e importanza. Ho curato, inoltre, programmi per Sky Arte, come il documentario “Italie Invisibili”.

Il suo ultimo brano, “il mare di vivere”, rappresenta una vera e propria rivoluzione musicale. E’ stato definito “un viaggio in mare aperto per musica e immagini”. Quali sono state le emozioni prevalenti durante la lavorazione?

Le emozioni che ho provato sono indescrivibili con le parole. E’ una visione che nasce come unione complessiva di musiche, immagini, che accompagnano le parole: un processo creativo compatto.

Ho immaginato un uomo che osserva, silenzioso, il mare, dando le spalle al mondo, alla “terraferma”, e immagina di solcare le onde e viaggiare lontano, verso terre sconosciute. Il video è quasi tutto un lungo “piano sequenza”, un’inquadratura senza stacchi di montaggio, in cui il “volo” sul mare segue l’andamento ora dolce, ora incessante, da tempo di musica. Dal punto di vista sonoro, ho racchiuso, in questo brano, la mia passione per gli strumenti acustici: la chitarra, il pianoforte, le percussioni, e, per la prima volta, il violino, suonato dalla violinista Anna Skoroupska, che conferisce un tocco romantico al brano. Infatti, cerco di conciliare l’aspetto di “forma canzone” con delle sonorità quasi “neoclassiche”.

Quanto è importante focalizzarsi, nella musica, sulle sfaccettature dell’anima dell’essere umano?

E’ importantissimo. Per me la musica non è solo intrattenimento, ma è un modo per scandagliare i miei “fondali”, le mie profondità interiori. E’ un modo per scoprire, per mettere in luce le mie paure, i miei sogni, le mie aspettative, aspirazioni. E’ una funzione poetica, una funzione di guarigione.

Progetti per il futuro?

I progetti per il futuro sono tanti, sto lavorando oculatamente su alcune canzoni: voglio continuare il filo del discorso che ho iniziato con i tre brani precedenti. Il mio prossimo brano sarà una cover, legata alla cultura meridionale italiana: mi piace legarmi a un’atmosfera mediterranea. Scoprirete tutto ciò nei prossimi mesi.