Ospite d’onore della diciottesima edizione del Certamen “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, è stato il Maestro Beppe Vessicchio, per anni direttore d’orchestra al Festival di Sanremo. Invitato dalla giornalista Annamaria Sodano ad esprimersi sull’Europa (tema del Certamen) e sul concetto di confine, il Maestro ha proposto un’interessante riflessione, dicendo che “è proprio la permeabilità del confine, l’elasticità del confine, la capacità – che ci insegna anche la biologia – della membrana che ci separa, di riuscire comunque a trasferire, a vivere il confine, a oltrepassarlo, senza timori, senza paure: la vita è un gioco di membrane e di attraversamenti che non bisogna temere”.

Il Maestro Beppe Vessicchio con gli alunni dell’I.I.S G.Fortunato
Ha proseguito spiegando: “La paura deriva dall’ignoranza, perciò solo la cultura può venirci in soccorso consentendoci di avere uno strumento sereno per il confronto, che è lo scopo autentico ed effettivo del Certamen. Attraversare, superare il confine, il pregiudizio, lo stereotipo vuol dire, infine, aggregare”. Il musicista e compositore ha parlato, quindi, della musica come strumento di aggregazione e di unione, quanto mai utile in un’epoca, la nostra, segnata da conflitti, e in cui si cerca di consolidare la costruzione di un’Europa unita. La musica, inoltre, unisce anche generazioni diverse, facendole incontrare e trovando terreno comune di confronto. Beppe Vessicchio ha, inoltre, fatto un breve accenno alle origini della musica, risalenti all’antica Grecia, e ha citato a riguardo il personaggio mitologico di Armonia, da cui prende il nome quella che è l’essenza della musica e del vivere umano. I giovani presenti hanno vivamente apprezzato l’intervento del Maestro, ponendo domande ed interagendo con interesse.