La sentenza dello scorso 20 aprile pronunciata dalla Corte di Giustizia dell’UE sulle concessioni demaniali marittime, in ordine di legittimità e applicabilità della direttiva euro-unitaria Bolkestein https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:376:0036:0068:it:PDF, non lascia dubbi e preoccupa anche la balneazione lucana. Le concessioni delle spiagge in Italia – secondo il legislatore europeo– “non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. Oltrepassando i tecnicismi delle diverse statuizioni, sic et simpliciter si dichiara l’obbligo per tutti i giudici e tutti i singoli funzionari, amministratori comunali, di disapplicare la normativa nazionale contrastante con la quella europea. Oggetto della questione non è tanto la complessità in termini di compatibilità della direttiva, quanto una costante metodologica: il mercato unico, nel libero gioco della libera concorrenza, e il ruolo delle multinazionali in un settore trainante dell’economia nazionale. Peraltro, una tale deduzione sarebbe già una realtà empirica; si prenda il caso specifico del Golfo di Trieste con i suoi 125.000 mq di costa passati ad una celeberrima multinazionale austriaca. Naturalmente il problema riguarda principalmente il danneggiamento che potrebbero subire le piccole e medie imprese italiane, che in questo settore sono perlopiù a conduzione familiare e che dal mercato regolato potrebbero subire un ennesimo colpo di grazia. Non mancano, però, le soluzioni e le tutele, tra queste il ruolo che potrebbe giocare il potere pubblico nell’elaborazione di criteri protezionistici di partecipazione o di aumento in termini di costi e manutenzione dei canoni concessori. In questo senso, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, nel dichiarare la necessità di “sostenere la posizione dei balneari lucani”, ha ribadito l’auspicio che, sul tema, “venga superata – con la mediazione della Regione Basilicata – l’impasse attuale che preoccupa non poco il settore turistico-balneare, ponendo la giusta attenzione alle richieste degli operatori”.


di Michela Castelluccio