L’associazione Vulcanica, di Rionero in Vulture, ha ideato un lodevole progetto, denominato “Storie di musica ritrovata”, incentrato sui racconti sonori, dedicati ai “musicisti stregati dalla suggestiva maledizione dell’incompiuto”. L’idea è nata con l’obiettivo di focalizzarsi su un’importante tematica: molto spesso, la vita conduce l’essere umano lontano dal suo talento, ma le abilità innate riescono a trovare la strada giusta per uscire allo scoperto, a volte anche dopo la fine dell’esistenza. Riflessioni profonde, molto care all’associazione Vulcanica che, da sempre, si dedica a svariate attività culturali e mette in campo, con passione ed entusiasmo, importanti eventi, tra cui il “Vulcanica Live Festival”, evento di grande rilievo che, nei mesi estivi, porta nel Vulture nomi importanti della scena artistica nazionale e internazionale.

Locandina dell'evento

Locandina dell’evento

“Storie di musica ritrovata” (nell’ambito degli eventi del “Vulcanica Sound and Family”), tenutosi presso il Centro Visioni Urbane a Rionero, nel pomeriggio dello scorso 21 aprile, ha riscosso un gran successo. Erano presenti come relatori: Roberto Ottolino, pubblicitario, consulente di comunicazione, docente di scrittura creativa e autore del libro “Ghost Notes- Racconti di musica perduta”; Pierluigi Argoneto, scrittore e direttore del Festival della Divulgazione; Vania Cauzillo, regista.

Da sinistra: Vincenzo Paolino, Roberto Ottolino, Pierluigi Argoneto, Vania Cauzillo.

Da sinistra: Vincenzo Paolino, Roberto Ottolino, Pierluigi Argoneto, Vania Cauzillo

Durante l’evento, è stato proiettato il lungometraggio della regista Vania Cauzillo, intitolato “Il mondo è troppo per me”, prodotto dalla casa di produzione cinematografica Jum Cut Trento, dedicato al musicista Vittorio Camardese, ed è stato presentato il libro “Ghost Notes-Racconti di musica perduta ”, incentrato su racconti di musica perduta, brani incompiuti, misteriose superstizioni, ambizioni, progetti mai portati a termine: il grande libro della musica è pieno di pagine mai completate. All’interno del libro vengono rievocati preziosi racconti sonori, andati perduti per volontà di un destino imperscrutabile, di coincidenze sorprendenti, a volte persino per decisione degli autori: un viaggio straordinario, alla scoperta di tutto ciò che sarebbe potuto essere o non è stato.

Sono state evidenziate, durante la discussione tra i relatori, molte emozionanti storie vere, di artisti diventati fantasmi, di uomini che sono diventati famosi a loro insaputa, mentre vivevano una vita lontana dai riflettori o dalla musica, o che hanno acquisito la loro popolarità solamente dopo la fine della loro vita.

“Siamo orgogliosi- ha dichiarato il direttore artistico dell’associazione Vulcanica– di aver raccontato ancora una volta l’arte, e di averla resa “viva”. L’ideazione del progetto “Storie di musica ritrovata”, è nata tramite la visione del lungometraggio della regista Vania Cauzillo, di cui siamo rimasti molto colpiti. Era, dunque, prioritario, per noi, proiettare questo suo geniale lavoro, che ha provocato grandi spunti di riflessione su questo tema che ci sta a cuore: la storia di Vittorio Camardese, lucano, timido, riservato, chitarrista talentuoso, precursore del tapping, che ha scelto di non essere un genio. Fu medico radiologo di giorno, e amico dei grandi del jazz dopo il tramonto. Viene riconosciuto come inventore del tapping su chitarra classica solo dieci anni dopo la sua morte. Oltre al lungometraggio- ha aggiunto– è stato un onore presentare il libro di Roberto Ottolino, “Ghost Notes- Racconti di musica perduta”, che racchiude al suo interno molte storie di ‘musica nascosta’, come quella dei Pink Floyd, degli Steely Dan, di Henry Grimes, di Elio De Angelis (…) E’ importantissimo per noi fare cultura attraverso queste iniziative, per arrivare a tutti e per creare confronti e sinergie”.

Un progetto, dunque, molto coinvolgente e innovativo, che ha visto la presenza di un folto e attento pubblico, ma soprattutto ha confermato, ancora una volta, che, attraverso la cultura, è possibile far “risorgere” intense storie vere, emozionarsi, relazionarsi e continuare a crescere senza sosta. L’associazione Vulcanica sta facendo tutto questo con il grande amore verso la cultura nella sua totalità, e, di certo, le sorprese per il futuro saranno proficue ed entusiasmanti.