L’Associazione Vulcanica, di Rionero in Vulture, ha ideato un progetto molto interessante, denominato “Storie di musica ritrovata” che sarà messo in campo nei prossimi giorni.
Si tratta di un evento incentrato sui racconti sonori, dedicato ai “musicisti stregati dalla suggestiva maledizione dell’incompiuto”.
Cosa accomuna il sound designer di una multinazionale giapponese a un eclettico contrabbassista americano? Cosa rende simile la vita di un compositore di origini messicane a quella di un radiologo lucano? Sono, in realtà, tutti artisti “fantasmi”, uomini diventati famosi a loro insaputa, spesso dopo la morte, o mentre vivevano una vita lontana dai riflettori e dalla musica.
“Ci piacciono gli eventi che raccontano l’arte– dichiara il direttore artistico Vincenzo Paolino- e che la rendono viva, come la rassegna di musica e teatro per bambini denominata “Papillons”, che si è appena conclusa. Lavoriamo, inoltre, come tutti sanno, alla realizzazione del nostro Vulcanica Live Festival che, nei mesi estivi, porta nel Vulture nomi importanti della scena artistica nazionale e internazionale. Questo appuntamento, intitolato “Storie di musica ritrovata” -aggiunge- nasce dalla volontà di raccontare che, molto spesso, la vita ci porta lontano dal talento che ci dona la natura, e di come le nostre abilità innate riescono a trovare la strada per uscire allo scoperto, a volte anche dopo la fine della nostra esistenza. Sono temi molto cari alla nostra associazione, che da anni cerca di coltivare talenti tramite le svariate attività, dedicate a tutte le fasce d’età”.
Venerdì 21 aprile, dalle ore 18.30, in occasione del suddetto evento, presso il Centro Visioni Urbane di Rionero (nell’ambito degli eventi del “Vulcanica Sound and Family”, uno dei progetti speciali della rosa culturale dell’Associazione Vulcanica), saranno presenti- e dialogheranno tra loro- Roberto Ottolino, pubblicitario, consulente di comunicazione e docente di scrittura creativa; Pierluigi Argoneto, scrittore (autore del libro “Ghost Notes- Racconti di musica perduta”) e direttore del Festival della Divulgazione, e Vania Cauzillo, regista.
La regista Vania Cauzillo introdurrà la proiezione di un lungometraggio prodotto da Jump Cut Trento, intitolato “Il mondo è troppo per me- La storia di Vittorio Camardese”, dedicato alla storia del precursore del tapping, tecnica musicale per chitarra e basso. Chitarrista di talento, lucano, timido, riservato, Camardese è stato un genio della musica, che ha scelto di non essere un genio: fa il medico radiologo di giorno, e amico dei grandi del jazz dopo il tramonto. Viene riconosciuto come inventore del tapping su chitarra classica dieci anni dopo la sua morte.
Un evento di grande rilevanza, dunque, che vedrà sicuramente un’ampia partecipazione e che conferma, ancora una volta, il grande amore dei componenti dell’Associazione Vulcanica verso la cultura nella sua totalità (trasmissibile alle comunità).