Ennio Moricone, compositore di colonne sonore per oltre 500 film e serie TV, Il 26 febbraio 2016 durante la cerimonia di assegnazione della Sua stella, la numero 2574, nella Hollywood Walk of fame, travalicando i sensi comuni aveva commentato: «Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica.»
Fedele al proprio immenso capolavoro, tutta la sua musica, ci ha coinvolti, trascinati, commossi, entusiasmati: in Mission di Roland Joffé la Sua musica, coacervo di dolore, pietà, redenzione, ci ha accompagnato nella risalita delle cascate dell’Iguazú e dei dirupi scoscesi con Rogrigo/Robert DeNiro verso gli indios, che tagliano i legami del suo passato. La musica dice tutto. Eravamo lì anche noi con un cappello chiaro, occhi negli occhi di un azzurro intenso. Di fronte ad un volto segnato e l’armonica di Charles Bronson suonava una melodia lacerante, disperata ma violenta: l’indimenticabile tema di C’era una volta il West di Sergio Leone. Ci siamo straziati nei rimorsi per un amore perso, accolto un invitato inatteso, ma ha anche accompagnato le nostre serate, le giornate al mare, le conquiste, i momenti solitari, le attese, gli incontri con tante Sue composizioni da “Nuovo Cinema Paradiso” a “Sapore di Sale”, da “Metti una sera a cena” a “Se telefonando”.
l suo stile era un abbellimento del racconto, lo completava ed esondava, trascendendo il banale, nella passione pura. Diplomato a Roma in tromba e, poi, in composizione, devoto di Miles Davis, la sua carriera, quasi disegnata da chissà quale mano ispirata, dopo l’incontro con il Direttore d’Orchestra della RAI, inizia con un periodo di arrangiamenti per la tv, le case discografiche e cantanti. Ma soltanto nel 1961 Morricone scrive la sua prima musica da film, Il federale di Luciano Salce. Due anni dopo riceve la telefonata di un regista, Sergio Leone, che vuole conoscerlo per un film, Per un pugno di dollari, western tenebroso interpretato da un attore americano, sino ad allora, di telefilm. I due si cercano, s’incontrano, s’osservano e si riconoscono. Erano compagni di scuola alle elementari. Due doppi che insieme segneranno la storia del cinema. Stesso linguaggio e stessa passione per la settima arte.
In Ennio Morricone chiunque ha trovato la pacatezza e la riservatezza dell’uomo saggio, ma nel contempo l’estro passionale e selvaggio del genio, che veniva fuori nelle sue composizioni, che sbalordivano quando assurgeva a toni impensabili ed affascinanti, mai scontati.
È stato premiato, oltre che formalmente, come già detto, con la Stella numero 2574 nella Hollywood Walk of fame, con l’Oscar alla Carriera nel 2007 e l’Oscar per la Miglior Colonna Sonora nel 2016 con “The hateful eight”, arrivato dopo ben cinque nomination; con tre Golden Globe in otto candidature; con sei premi BAFTA; con dieci David di Donatello, compreso quello del Cinquantenario, in sedici candidature; con nove Nastri d’Argento ed un Nastro d’Argento Speciale per “La leggenda del pianista sull’oceano” in undici candidature; con il Leone d’Oro alla cinquantaduesima Mostra del Cinema di Venezia e con la Grolla d’Oro di Saint Vicent, ambedue alla carriera e, tra innumerevoli altri premi, anche un Grammy Award per “The Untouchbles”.
Muore all’alba del 6 luglio 2020 a 91 anni presso il Campus Bio-Medico di Roma, dove era stato ricoverato in seguito a una caduta con conseguente rottura del femore. Muore una mattina in piena pandemia abbandonando i nostri sogni ed i nostri desideri di ascoltarlo e riascoltarlo live, magari insieme a Lui mentre segue la Sua musica diretta da qualcun altro, poiché non dirigeva più. Le esequie si sono celebrate in forma privata nella cappella del Campus Bio-Medico, come voluto da Morricone stesso, che riposa al Cimitero Laurentino. Con Lui riposa il più grande talento artistico musicale espresso nel XX secolo e, per ora, anche nel XXI secolo.