di Pasquale Scarano
Una spruzzata letale di DDT ha tramortito le Vespe gialloblù, rendendo questi irriducibili insetti, incapaci di reagire al veleno rossoblù che le ha stese con 5 spruzzate chirurgicamente devastanti.
Dov’era finito il nugolo di pungiglioni terrificanti della Juve Stabia, lontano dal proprio nido e con lo spirito combattivo affievolito al cospetto dei magnifici leoni del Potenza? Il mistero è svelato dalla passività nella conduzione del gioco, che ha mostrato buona disposizione tattica, tecnica d’avanguardia, ma nello stesso modo, tempistiche di reazione narcisistiche e poco concrete.
Cinque reti sul groppone degli uomini di mister Novellino pesano un accidente per una squadra dalle buone credenziali ma senza propensioni alla lotta su ogni pallone, che è riuscita a segnare due reti: la 1°, al 45° del 1° game,opera di Altobelli, un difensore, su mischia da calcio d’angolo; l’altra realizzata dal giovane D’Agostino, appena subentrato, al 42° della ripresa, con un incredibile tiro all’incrocio, ma con il risultato di 5-1 e con i leoni ormai rilassati e sicuri del successo.
Da sottolineare il fatto che dal 33° del 1° tempo, gli stabiesi hanno giocato in inferiorità numerica per un rosso diretto al centravanti Pandolfi, reo di aver alzato troppo il gomito su un avversario, ma che, al momento del fattaccio, i leoni erano già in vantaggio di due reti: la prima di Talia al 6° con un interno al volo su un pallone del cross-man Steffè; la seconda dopo un furioso ping-pong in area gialloblù generato da un cross di Volpe per la deviazione volante di Murano, respinta dal portiere e raccolta da Hadziosmanovic pronto ad innescare l’acrobazia vincente di Caturano. Non solo, ma la tripletta era stata sfiorata prima dell’espulsione in questione, anche in altre circostanze.
Un dominio leonino incontrastato, dunque. Eppure, il nobile Walter aveva predisposto un assetto offensivo con un 4-3-3, dove Barosi era tra i pali, protetto dai quattro Maggioni e Mignanelli terzini e Altobelli e Caldore centrali. A centrocampo le vespe s’affidavano alla regia di Berardocco con le mezz’ali Scaccabarozzi e l’ex di turno Ricci.In attacco giostravano Silipo, Bentivegna ed il centravanti Pandolfi, poi espulso. I rossoblù di Raffaele rispondevano con un equilibrato 3-5-2 dove Gasparini era a guardia della porta con il pacchetto arretrato costituito da Verrengia, Rocchi e Girasole. In mezzo al campo la regia di Laaribi aveva successo con l’ininterrotto movimento di Talia e Steffè in sincronia con gli esterni Hadziosmanovic e Volpe, con i quali costruivano, da un lato e dall’altro, diagonali inarrivabili.
Il dato da analizzare è che 3 centrocampisti su 5, in questo match, sono arrivati al goal, il che la dice lunga sull’armonia di gioco dei leoni: significative le gesta di Volpe al 10° e Steffè al 23°del 2° game e dulcis in fundo il missile di collo pieno del difensore Verrengia al 33° dello stesso game.L’attacco, questa volta si fa per dire, deve accontentarsi del solo goal di Caturano, mentre Murano, oltre ad essere stato importante nelle altre azioni di gioco, è andato vicinissimo alla realizzazione personale.
Dopo questo successo incontrovertibile, i rossoblù hanno dissolto i timori di essere risucchiati nei bassifondi, e possono continuare su questo trend di brillantezza ed incisività.