L’IA e la creazione artistica.
Immaginate un futuro in cui la tecnologia è in grado di creare opere d’arte al pari dell’uomo. Immaginatevi seduti su di una comoda poltroncina in un teatro, intenti ad ascoltare una sinfonia composta da un algoritmo. Immaginate di leggere articoli di giornale scritti da una chatbot. Immaginate di dedicare una canzone alla vostra ragazza partorita dalla sensibilità di un software.
Kissinger, alla veneranda età di 99 anni, è preoccupato perché l’IA “si propone di trasformare il processo cognitivo”.
ChatGpt potrebbe materializzare la tragica profezia raccontata nei film americani, dove gli umani vengono schiavizzati e uccisi da brutali robot che hanno acquisito i peggiori difetti della nostra specie.
L’IA e la manipolazione della comunicazione.
Nei vari interventi sulla pericolosità di questa tecnologia, che riesce a simulare in modo sconvolgente la nostra capacità di comunicare, si leggono e ascoltano degli appelli allarmanti: l’uomo ha la coscienza – si avverte – l’IA è semplicemente programmazione e calcolo matematico.
Se dinnanzi all’olocausto la maggior parte delle persone si indigna, un algoritmo potrebbe addirittura osannare le nefandezze delle SS, se a concepirlo fosse un uomo incline all’ideologia nazista. Ed è questo uno dei problemi che si cerca di affrontare. L’IA ha generato contenuti equivoci e ha assunto atteggiamenti inquietanti, ma la ricerca avanza velocemente e il rischio di influenzare intere nazioni con formule più gentili è reale.
Goebbels convinse milioni di persone a dichiarare guerra al mondo; Stalin riuscì a farsi incoronare padre della patria dopo aver sacrificato la vita dei russi; gli americani hanno culturalmente conquistato l’Italia con la Coca-Cola e i film di John Wayne; Le Bon, in “Psiychologie des foules”, descrisse la folla come “un’entità unitaria dotata di forza distruttiva”; Freud scoprì l’inconscio e consentì, suo malgrado, ai potenti del pianeta di insinuarsi nelle nostre paure.
Oggi, se una tecnologia simile venisse utilizzata contro di noi, saremmo davvero nei guai e non ci accorgeremmo di niente!
Giovanni Petilli