Originario di Lavello (Potenza), Antonello Di Pinto è un artista affermato, insegnante di storia dell’arte, discipline pittoriche e materie plastiche. Da sempre amante e intercettatore di opere d’arte, vanta moltissimi successi in questo affascinante ambito, verso il quale nutre un amore smisurato.
Grazie alla sua abilità e alla sua profonda intuizione, è riuscito a ritrovare, presso la Casa D’Aste Ansorena, a Madrid (Spagna), un dipinto di Michelangelo Da Merisi, in arte Caravaggio: una eccezionale scoperta, che diventa sinonimo di scrittura di una nuova pagina di Storia dell’Arte. Il quadro era stato attribuito erroneamente alla cerchia di José de Ribera, un artista del diciassettesimo secolo.
La notizia del ritrovamento del Caravaggio, avvenuto circa un anno e mezzo fa, ha suscitato clamore in tutto il mondo dell’arte. Ripercorriamo questa scoperta.
Quando ci si trova di fronte all’opera di un grandissimo artista come Caravaggio, si scatenano delle dinamiche interiori, emozionali, che mettono nelle condizioni di guardare “oltre” l’opera stessa. Io ho percepito, forte, osservando attentamente quel dipinto, presso la Casa D’Aste Ansorena di Madrid, la meravigliosa arte di Caravaggio. Si è scatenata in me un’acuta percezione, che mi ha portato in altre “dimensioni”. L’opera è stata valutata da altri insigni critici d’arte, in particolare Vittorio Sgarbi, che ne ha attestato l’attribuzione dopo aver ricevuto la mia fotografia il 24 marzo 2021: mi ha telefonato un giorno alle tre del mattino, dicendomi che si trattava proprio di un Caravaggio.
Sarà possibile, secondo lei, portare temporaneamente il dipinto in Italia per motivi espositivi?
Recentemente, ho incontrato il Ministro Gennaro San Giuliano, per discutere con lui di questa possibilità. Il Governo spagnolo ha imposto il divieto di uscita dell’opera dal territorio, ma attraverso una richiesta di poterlo avere temporaneamente in Italia, potremmo organizzare una mostra incentrata su questo capolavoro ritrovato: non ci sono “controindicazioni” a questo tipo di operazione. Il Ministro San Giuliano non ha dimostrato alcuna repulsione a riguardo. Attualmente, il Museo del Prado- ovvero l’Ente Nazionale che avrebbe dovuto fare l’offerta alla famiglia che possiede l’opera, per poterla acquisire- non si è ancora mosso. Io ho proposto alla famiglia, e al Ministero della Cultura italiano, di portare il quadro in Italia, attraverso una temporanea esportazione, per farne una mostra per tre mesi. Ho sentito anche Jorge Coll, un intermediario spagnolo incaricato dalla proprietà, che mi ha consigliato di aspettare ancora relativamente a questa operazione. Siamo in attesa, quindi, di novità.
Nel libro di Vittorio Sgarbi (Edizioni La Nave di Teseo; 2021) intitolato “Ecce Caravaggio”, è presente un suo intervento, a pagina 117, dove racconta la sua esperienza.
Sì, con immenso piacere ho raccontato la mia esperienza: quando mi sono ritrovato davanti al Caravaggio, come dicevo, si è ridotto lo spazio-tempo, ho avvertito la straordinaria sensazione di ritrovarmi al cospetto di Dio. Il mio intervento, all’interno del libro di Vittorio Sgarbi, s’intitola “Caravaggio: il Portale per arrivare a Dio”. Michelangelo Da Merisi, in arte Caravaggio, ha parlato un linguaggio molto vicino alla perfezione, attraverso le sue opere è possibile compiere un immenso viaggio verso luoghi sconosciuti. Tutto questo, infatti, è accaduto a me, mi sono sentito trasportare in correnti cosmiche mai provate prima. Come diceva Carlo Argan: un’entità superiore, ovvero Dio, nell’opera di Caravaggio si manifesta profondamente attraverso gli umili, i reietti, i poveri.
Approfitto per preannunciare che al più presto uscirà un mio romanzo incentrato sulla vita di Caravaggio, dal titolo “Caravaggio: il Portale per arrivare a Dio”. Racconterò di un Caravaggio “inedito”.
Recentemente, lei ha reso omaggio, con una sua opera, all’attore e regista Michele Placido e al suo film, che ha riscosso un gran successo, intitolato “L’ombra di Caravaggio”. Il dipinto è stato da lui molto apprezzato.
Vittorio Sgarbi mi preannunciò dell’uscita dell’anteprima del film “L’ombra di Caravaggio”, di Michele Placido, che sarebbe stata proiettata a Roma, nella Sala Sinopoli, e presentata alla stampa. Ci siamo andati insieme, e, subito dopo aver visto l’anteprima del film (durante la proiezione ho pianto molto), siamo stati in compagnia di Michele Placido, presso Villa Brasini, a discutere tutta la notte di arte, di Caravaggio e di molti aneddoti sulla sua vita. Ci siamo confrontati ad ampio spettro, mi sono congratulato con lui sul suo film, sulla sua capacità di cogliere, come nessun altro, la vera personalità di Caravaggio. Non potevo non rendere omaggio a questo bellissimo ed emozionante film con un dipinto che rimarcasse i personaggi che Placido ha brillantemente raccontato.
Lei dipinge spesso individui che guardano il cielo, osserva molto il mondo circostante.
I miei soggetti guardano verso l’alto non perché aspettano dal cielo qualcosa di bello, ma qualcosa di brutto: dall’alto arrivano cattive notizie, come l’attuale guerra in Ucraina. Le persone colpite dalla guerra guardano verso l’alto perché arrivano le bombe, la morte, la distruzione. Non sempre dall’alto arriva qualcosa di buono: i miei individui vivono un senso di angoscia, di disperazione, di rassegnazione.