Articolava il suo pensiero con equilibrio, moderazione, profondità, ma i suoi giudizi erano taglienti come la lama di un coltello.

“Giuà che s’ ric’ a Muro”. Davanti alla “Milanese” ci aspettava con il suo sorriso navigato: “E lu sceriffo dove l’hai lasciato?”, era la sua seconda domanda: ironica, pungente, bonaria. “Datevi da fare” era la conclusione della sua analisi. Dovevamo “darci da fare”, perché il mondo è il nostro, siamo noi a dover smuovere le acque, a comprendere la complessità della società, a declinare la politica, a leggere le dinamiche, a costruirci il futuro.

Lo vedevi stringere mani, dispensare consigli, suggerire tattiche, immaginare scenari, costruire strategie. Lo ascoltavi mentre illuminava gli angoli oscuri dei meccanismi elettorali, mentre illustrava la geografia dei territori e inquadrava le logiche politiche in ogni singolo paese della Basilicata.

Ti riusciva a far innamorare della Prima Repubblica, di quei personaggi di cui avevi letto le biografie, ne avevi apprezzato la caratura e spesso ne senti tutt’ora la mancanza. Non si è mai tirato indietro nel confronto: riusciva ad avere sempre uno sguardo lontano, oltre le banalità superficialmente gettate al vento davanti ad un bar.

Non era alto, ma giganteggiava in un periodo in cui spesso la politica ci appare evanescente, insipida, priva di contenuti. Era socialista, uomo di raccordo, diplomatico raffinato, mai arrogante, arguto nei ragionamenti e con una grande qualità: conosceva il reale significato dei termini che utilizzava. Articolava il suo pensiero con equilibrio, moderazione, profondità, ma i suoi giudizi comunque erano taglienti come la lama di un coltello. “È nu bravo uaglion, ma”: dietro quel “ma” si nascondeva una critica, un appunto, un rimbrotto.

E quando terminava la sua filippica con “vergona la vostra”, la sentenza di condanna era certa, senza appello. Agli amici del “Main Street” mancherai: i pranzi non saranno più gli stessi, i confronti perderanno d’intensità e il ricordo non si offuscherà nel tempo, ma si rinvigorirà. Mancherai Gabriele Di Mauro: mancherai a chi ti ha conosciuto, a chi ti ha apprezzato, alla politica lucana, all’intera Basilicata!

Giovanni Petilli